Negli ultimi anni, il tema della gestione del rischio da eventi naturali estremi è diventato sempre più centrale per le imprese operanti sul territorio italiano. Le recenti emergenze legate a terremoti, alluvioni e altri eventi calamitosi hanno evidenziato l’urgenza di un adeguato sistema di protezione non solo pubblica, ma anche privata. È proprio in questa direzione che si muovono le nuove norme introdotte dal legislatore, che stabiliscono l’obbligo per le imprese di stipulare apposite polizze assicurative a tutela dei propri beni aziendali.
Con la conversione in legge del decreto-legge 31 marzo 2025, n. 39 — ora legge 27 maggio 2025, n. 78 — il quadro normativo in materia di assicurazione contro i rischi catastrofali si è consolidato, introducendo nuove scadenze per l’adempimento da parte delle imprese. La normativa mira a rafforzare la resilienza del tessuto produttivo nazionale, garantendo una maggiore copertura dei danni potenzialmente devastanti derivanti da calamità naturali.
I nuovi termini per la stipula delle polizze
Le recenti modifiche legislative hanno ridefinito i termini entro i quali le varie categorie di imprese devono adempiere all’obbligo di assicurazione. In sintesi, la situazione aggiornata prevede:
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Per le grandi imprese, il termine per la stipula delle polizze è già scaduto lo scorso 31 marzo 2025;
Le imprese di medie dimensioni beneficiano di una proroga, avendo ora tempo fino al prossimo 1° ottobre 2025 per mettersi in regola;
Infine, per le piccole imprese e microimprese, il legislatore ha concesso una proroga più ampia, fissando la scadenza al 31 dicembre 2025
Queste proroghe intendono agevolare soprattutto le realtà imprenditoriali di dimensioni minori, che possono avere maggiori difficoltà nell’adeguarsi a nuovi obblighi di legge, considerando anche i costi che la sottoscrizione di tali polizze può comportare.
Le origini dell’obbligo assicurativo
Il nuovo obbligo di assicurazione per i danni da eventi catastrofali è stato introdotto con la legge di Bilancio 2024, precisamente all’articolo 1, commi da 101 a 111. Si tratta di una misura volta a colmare una lacuna importante nella tutela del patrimonio aziendale e a ridurre l’impatto economico che calamità naturali possono avere sull’intero sistema produttivo
Operativamente, l’obbligo è stato regolato dal decreto interministeriale 30 gennaio 2025, n. 18. Le imprese devono assicurare i danni materiali diretti subiti dai beni aziendali iscritti in bilancio tra le immobilizzazioni materiali, come previsto dall’articolo 2424 del Codice civile. Gli eventi coperti comprendono terremoti, alluvioni, inondazioni, frane ed esondazioni
Restano esclusi dall’obbligo di assicurazione gli imprenditori agricoli, che continuano a far riferimento al Fondo mutualistico nazionale già previsto per il settore agricolo
Classificazione delle imprese: chi è tenuto a cosa?
Per comprendere a quali obblighi ciascuna impresa sia soggetta, è essenziale richiamare le definizioni dimensionali previste dalla normativa:
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Microimpresa: meno di 10 addetti, con fatturato o totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro;
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Piccola impresa: meno di 50 addetti, fatturato o bilancio annuo entro i 10 milioni di euro;
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Impresa di medie dimensioni: meno di 250 addetti, fatturato annuo fino a 50 milioni di euro oppure totale di bilancio entro i 43 milioni di euro
È importante notare che l’appartenenza a una determinata categoria dipende dal rispetto di almeno due dei tre parametri (addetti, fatturato, bilancio), da verificarsi alla data di chiusura dell’esercizio
Come si determina il valore assicurabile?
Per garantire uniformità di applicazione e correttezza nei rapporti assicurativi, il legislatore ha chiarito le modalità di determinazione del valore dei beni da assicurare:
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Immobili: si considera il valore di ricostruzione a nuovo, che include il costo necessario per edificare nuovamente l’immobile con caratteristiche equivalenti;
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Beni mobili: si fa riferimento al costo di rimpiazzo con beni della stessa utilità;
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Terreni: viene considerato il costo di ripristino, ovvero l’importo necessario per riportare il terreno alle condizioni precedenti l’evento catastrofale
Franchigie, scoperti e condizioni particolari
In generale, i contratti assicurativi stipulati dovranno prevedere un’eventuale franchigia o scoperto non superiore al 15% dell’ammontare del danno, con premi proporzionati al rischio assunto
Tuttavia, per le grandi imprese — definite, secondo il decreto ministeriale n. 18/2025, come quelle con fatturato superiore a 150 milioni di euro e almeno 500 dipendenti — tali limiti non si applicano. A condizione che la polizza sia stipulata a livello di gruppo aziendale, comprendendo le società controllate e collegate
Immobili assicurabili e vincoli sull’indennizzo
Un aspetto rilevante riguarda l’assicurabilità degli immobili: solo gli immobili costruiti in conformità a un valido titolo edilizio, o regolarizzati tramite sanatoria o condono, potranno essere oggetto di copertura assicurativa
Quanto all’utilizzo degli indennizzi, la normativa prevede che le somme percepite debbano essere destinate esclusivamente al ripristino dei beni danneggiati o alla ricostituzione della loro funzionalità. In caso contrario, il titolare dell’impresa avrà diritto unicamente a un importo pari al lucro cessante, calcolato entro il limite del 40% dell’indennizzo
Un passo avanti nella gestione del rischio d’impresa
L’obbligo di stipulare polizze assicurative contro i rischi catastrofali rappresenta un importante strumento di gestione preventiva del rischio. Non si tratta soltanto di adempiere a un obbligo normativo, ma di adottare una strategia lungimirante per garantire la continuità operativa e la tenuta finanziaria delle imprese italiane, in un contesto ambientale sempre più complesso.
La scadenza ormai imminente per molte imprese impone di attivarsi quanto prima per valutare le migliori soluzioni assicurative presenti sul mercato e di dotarsi di coperture adeguate, in linea con quanto previsto dalla legge.
Come orientarsi: il supporto di Adema
La nuova disciplina in materia di assicurazioni contro i rischi catastrofali introduce obblighi che, pur nell’ottica di una maggiore tutela per le imprese, comportano adempimenti tecnici e scelte delicate, sia dal punto di vista contrattuale sia da quello operativo.
Ogni azienda dovrà valutare attentamente le caratteristiche della propria attività, dei propri beni aziendali e delle polizze disponibili, per assicurarsi una copertura adeguata e conforme alle disposizioni di legge.
In questo contesto, il supporto di un consulente esperto può fare la differenza.
👉 Il team di Adema è a disposizione per accompagnare le imprese in ogni fase di questo percorso: dall’analisi dei fabbisogni assicurativi alla scelta delle soluzioni più adatte, fino alla verifica della conformità normativa. Per maggiori informazioni o per fissare un primo incontro conoscitivo, non esitate a contattarci!