Il divieto di fatturazione elettronica per le prestazioni sanitarie è stato prorogato fino al 31 dicembre 2025. La decisione, confermata con un emendamento al Decreto Legge n. 202/2024, mira a garantire la tutela della privacy dei pazienti e la protezione dei dati sensibili.
La normativa di riferimento
L’articolo 3, comma 6, del D.L. n. 202/2024 ha modificato l’art. 10–bis, comma 1, del D.L. n. 119/2019, stabilendo che i soggetti obbligati alla trasmissione dei dati al Sistema Tessera Sanitaria (STS) non possano emettere fatture elettroniche tramite il Sistema di Interscambio (SdI). Questa disposizione si applica a tutte le prestazioni sanitarie rivolte ai consumatori finali, indipendentemente dal tipo di servizio fornito o dalla struttura sanitaria coinvolta.
È importante precisare che non si tratta di un semplice esonero, ma di un vero e proprio divieto di emissione di fattura elettronica per tutelare la privacy dei pazienti. Quindi, gli operatori sanitari non hanno scelta e devono obbligatoriamente continuare a emettere fatture con modalità tradizionali.
Ambito di applicazione e obblighi per gli operatori sanitari
La proroga riguarda esclusivamente le prestazioni sanitarie erogate nei confronti di persone fisiche. Anche se il paziente non si oppone alla trasmissione dei dati, la fattura non può essere emessa in formato elettronico attraverso il SdI. Tuttavia, l’obbligo di trasmettere i dati al Sistema Tessera Sanitaria resta in vigore.
In alcuni casi specifici, come le fatture contenenti sia spese sanitarie sia altri servizi (es. comfort alberghiero in ospedale), è necessario separare le voci per garantire la corretta trasmissione dei dati.
Eccezioni e fatturazione nei confronti di soggetti IVA
Se la prestazione è resa nei confronti di un soggetto passivo IVA, come un’azienda che copre le spese sanitarie per un dipendente, la fattura può essere emessa elettronicamente. Tuttavia, per proteggere la privacy, non devono essere riportati dati identificativi del paziente, come nome e codice fiscale.
Implicazioni per gli operatori sanitari
La proroga del divieto comporta un impegno amministrativo per i professionisti e le strutture sanitarie, che dovranno continuare a gestire la documentazione in modalità tradizionale. È fondamentale che gli operatori adottino misure di sicurezza per proteggere i dati sensibili e rispettare la normativa sulla privacy.
Conclusioni
Il mantenimento del divieto di fatturazione elettronica per il 2025 garantisce una maggiore protezione dei dati sanitari, ma implica anche una gestione più complessa per gli operatori del settore. In attesa di nuove direttive, le strutture sanitarie dovranno continuare a emettere fatture in formato cartaceo o elettronico, ma senza passare per il SdI.
Il tema della digitalizzazione e della privacy resta centrale e sarà interessante osservare eventuali sviluppi normativi futuri per conciliare innovazione e tutela dei dati personali.
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